Sciamani. Comunicare con l’invisibile - MuSe, Palazzo delle Albere, Via Roberto da Sanseverino, 43, Trento
Mostra
in corso dal 17 dicembre 2023 al 30 giugno 2024
Il Muse inaugura una mostra il cui percorso si snoda tra antropologia, psicologia, archeologia e arte contemporanea: Sciamani è un viaggio per riflettere sul rapporto - mai così attuale - tra gli esseri umani e ciò che non è umano.
Comunicato stampa della mostra Sciamani. Comunicare con l’invisibile
Il progetto
Negli spazi di Palazzo delle Albere a Trento e del Museo etnografico trentino a San Michele
all’Adige, una grande mostra esplora uno tra i temi più affascinanti della storia umana da punti di
vista diversi e complementari: lo sciamanismo.
L’esposizione propone un approccio multidisciplinare e punti di vista innovativi tra maschere
inquietanti, installazioni immersive, artigianato e opere d’arte.
Sciamani è un progetto originale nato dalla collaborazione di tre importanti musei trentini:
MUSE – il Museo delle Scienze di Trento; Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento
e Rovereto, e METS – il Museo etnografico trentino San Michele. Ogni istituzione ha curato una
sezione di mostra, affrontando il tema secondo le proprie specificità e competenze e contribuendo
alla definizione di un percorso eterogeneo, inclusivo, adatto a tutti i pubblici.
Partner della mostra è la Fondazione Sergio Poggianella (FSP) da cui provengono oltre cento
reperti e manufatti originari della Cina, della Siberia e della Mongolia.
La mostra
Sciamani. Téchne, spirito, idea.
METS - Museo etnografico trentino San Michele.
A cura di METS - Museo etnografico trentino San Michele
Lo sguardo del METS - Museo etnografico trentino San Michele sulla mostra Sciamani. Comunicare
con l’invisibile, è dedicato alle tecnologie popolari e non a caso questa sezione si intitola Téchne,
spirito, idea. Curatori della sezione al METS sono Sergio Poggianella, Micaela Sposito e Luca
Faoro.
Nelle sale - Agricoltura, Bosco, Mulino, Carri e Slitte, Segheria, Fibre Tessili - e nel Chiostro sono
esposte opere di undici artisti contemporanei: Adolf Vallazza, Luca Pojer, Pietro Weber, Denis
Riva (Deriva), Andrea Marinelli, Federico Lanaro, Bruno Norbu Griparich, Piermario Dorigatti,
Andrea Tagliapietra, Paolo Dolzan e Elias Grüner. In dialogo con le opere alcuni oggetti della
collezione di arte sciamanica della Fondazione Sergio Poggianella provenienti dall’Asia centrale.
Il chiostro ospita una yurta di provenienza centro-asiatica completa di arredi originali.
L’intento è quello di tessere occasioni e orizzonti di dialogo dentro e fuori il museo, di sperimentare
una strategia della trasversalità. L’unico fondamento a cui ci si affida è la prospettiva dell’objectspecific, approfondimento che ci permette di portare su uno stesso piano le collezioni di tecnologie
popolari trentine (ricostruzioni dedicate alle pratiche agricole, alle macchine idrauliche, al bosco e
alla segheria, alla tessitura), i corredi rituali sciamanici eurasiatici (amuleti, tamburi, abiti e copricapi,
fino a una yurta con i suoi arredi) e le opere di artisti contemporanei. In questo modo “si ripensano
tutti gli oggetti, dentro il museo, come impermanenti, esseri passeggeri affinché il loro portato, la loro
capacità evocativa non si risolva esclusivamente nelle rispettive biografie, nella memoria di una
funzione, al contrario si plasmi anche attraverso l’esperienza contemporanea degli sguardi”.
Sciamani e sciamanismo, una tematica sulla quale molti di noi hanno un’idea, più o meno concreta,
che li riporta a un immaginario fatto di riti atavici, maschere inquietanti, allucinazioni e luoghi
esotici. Ma cos’è davvero lo sciamanismo? Chi sono gli sciamani e cosa fanno? Possiamo
considerare queste figure i più antichi mediatori tra umanità e natura?
La sezione curata dal MUSE – Museo delle Scienze di Trento prova a dare qualche risposta
utilizzando gli straordinari reperti sciamanici della Fondazione Sergio Poggianella, provenienti
dalle culture mongole, siberiane e cinesi che ancora oggi praticano lo sciamanismo.
I focus affrontati in questa parte della mostra intrecciano archeologia, antropologia e scienze
cognitive. L’approccio concettuale del percorso espositivo utilizza una scala che va dal singolo
alla pluralità, partendo dallo sciamano come individuo per poi collocarlo nella società di
appartenenza e nel contesto paesaggistico.
Più di cento reperti originali, tra cui costumi rituali, maschere, copricapi, bastoni, strumenti per la
divinazione e per la cura, guidano visitatrici e visitatori in questo viaggio antropologico. Uno sguardo
viene rivolto anche al tempo profondo: in mostra sono presenti alcuni reperti archeologici datati al
Paleolitico superiore europeo, che rappresentano figure umane con maschere animali e riportano
alla dimensione del sacro dei nostri antenati, molto spesso associata, a torto o a ragione, al tema
dello sciamanismo.
Si torna poi a esplorare, tramite un'esperienza sensoriale immersiva, la dimensione individuale
dello stato alterato di coscienza, elemento centrale dello sciamanismo che oggi può essere studiato,
interpretato e anche riprodotto grazie alla tecnologia applicata alle scienze cognitive.
Infine, il documentario "Dialoghi con l’antropologo Sergio Poggianella” (regia di Nicolò
Bongiorno, Allegria Films, 2023, 20 Min.) ripercorre le tappe che hanno portato alla nascita della
collezione sciamanica della FSP. Sergio Poggianella racconta i suoi viaggi in Asia Centrale, gli
incontri con sciamani e studiosi, alla luce del suo personale approccio che unisce antropologia, arte
e ricerca spirituale.
La curatela della sezione MUSE è di Elisabetta Flor, Luca Scoz e Sergio Poggianella; il Comitato
Scientifico è composto da Stefano Beggiora, Nicola De Pisapia, Fabio Martini e Lia Emilia Zola.
Nella terza sezione della mostra il contributo dell’arte contemporanea si pone in continuità con la
narrazione scientifica ed etnoantropologica. Tra stili eterogenei e media diversi (pittura, scultura,
video, fotografia, installazione), il percorso indaga la dimensione spirituale e terapeutica delle
pratiche contemporanee. In mostra circa 40 opere prodotte da 26 artisti e artiste internazionali
negli ultimi 70 anni, selezionate dal curatore Mart Gabriele Lorenzoni e dall’antropologo
Massimiliano Nicola Mollona.
In alcuni lavori il dialogo con lo sciamanismo è dichiarato o lampante: gli artisti recuperano oggetti
materiali o gesti rituali; in altri casi è possibile riconoscere un’ispirazione o la contaminazione tra
prassi culturali, in altri ancora la correlazione è ravvisata dai curatori. Il filo rosso che si dipana lungo
il percorso espositivo è la questione ambientalista, tema di assoluta attualità. Partendo infatti
dall’opera manifesto Difesa della natura di Joseph Beuys, artista sciamano per eccellenza, la
mostra suggerisce una convivenza rispettosa e consapevole nella quale gli esseri umani non
vivono al di fuori o in antitesi ai mondi animali, naturali o spirituali ma ne sono parte.
Artisti e artiste in mostra: Marina Abramovic, David Aaron Angeli, Joseph Beuys e Buby Durini,
Alighiero Boetti, Chiara Camoni, Ramon Coelho, Claudio Costa, Jimmie Durham, Bracha
Ettinger, Angelo Filomeno, Hamish Fulton, Allan Graham, Louis Henderson, Karrabing Film
Collective, Suzanne Lacy, Mali Weil, Attilio Maranzano, Si On, Anna Perach, Ben Russell, María
Sojob, Daniel Spoerri, Alexandra Sukhareva, Alisi Telengut, Franco Vaccari.
Informazioni utili per la visita
Orari:
da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00. Sabato, domenica
e festivi dalle 10.00 alle 19.00. A Natale e Capodanno il museo è
chiuso.
Biglietti: intero € 11, ridotto €
9; famiglie: due genitori con bambini (massimo 14 anni) € 22, un genitore
con bambini (massimo 14 anni) € 11.
Telefono:
+39.0461.270311
E-mail: museinfo@muse.it
Sito
web: Museo delle
Scienze |